mercoledì 19 dicembre 2007

Pausa natalizia

Forzata, in verità. Causa trasloco e festività concomitanti la telecom mi riattiverà la linea solo il 3 gennaio 2008 (spero), quindi fino ad allora nisba aggiornamenti.
Nel frattempo auguro a tutti i lettori e a tutte le lettrici, ma soprattutto alle lettrici, un buon natale e un felice anno nuovo.
Al 2008 con playlist, recensioni e altre amenità!

martedì 18 dicembre 2007

Maaya Sakamoto - Special Live Shounen Alice Unplugged [02.06.2004 Inter fm]

Nonostante tra i fan sia abbastanza noto e diffuso, ho deciso di rendere disponibile qui sul blog questo live non ufficiale di Maaya Sakamoto, registrato nel 2004 alla radio Inter fm.
Essendo a tutti gli effetti un "bootleg" non ci sono grossi problemi di diritti d'autore, quindi alè.
A differenza della versione "traccia unica" normalmente reperibile sulle varie reti p2p mi sono preso la briga di tagliare le parti parlate - e vi assicuro che la cara Maaya è tanto brava a cantare quanto chiacchierona - in modo da avere solo i brani separati.
Tutte le songs appartengono al bellissimo "Shounen Alice" del 2003 tranne le prime due: "Tune the Rainbow" è tratta dalla colonna sonora "23 ji no Ongaku" del 2002, mentre "Daniel" proviene dalla raccolta di singoli "Nikopachi", del 2003.
Si tratta comunque di pezzi tutti risalenti al periodo in cui la lunga collaborazione tra Yoko Kanno (compositrice) e Maaya Sakamoto (interprete) ha dato i suoi massimi frutti.
I pezzi sono riarrangiati dunque in versione acustica, e a sostenere la meravigliosa voce di Maaya ci sono (a orecchio) un pianoforte, una chitarra acustica, un contrabbasso, delle percussioni e un violino. Vengono ovviamente tralasciati i pezzi più "elettrici" a favore di altri più adatti alla rivisitazione unplugged, e il risultato finale è una performance davvero convincente.

Un'ottima prova della bravura di Maaya e un'occasione per sentire le sue canzoni in una versione più "raccolta" ma non per questo meno entusiasmante.

Tracklist:
  1. Tune the Rainbow
  2. Daniel
  3. Makiba Alice!
  4. Yoru
  5. Kingfisher Girl
  6. Hikari Are
  7. Uchu Hikoshi no Uta



domenica 16 dicembre 2007

Playlist settimanale (09.12 - 15.12)












Asian Kung-Fu Generation - Sol-Fa [Ki/oon
Records 2004]

Per una volta abbandono la splendide voci femminili di cui il pop giapponese abbonda per un gruppo rock tutto maschile.
Gli Asian Kung-Fu Generation esordiscono nel 1996 come una indie band, rilasciando due dischi prima di firmare per la Ki/oon Records, una divisione della Sony Music Entertainment Japan.
Sol-Fa è quindi il secondo sotto una major.
Il gruppo capitanato dal cantante chitarrista Gotoh Masafumi propone fondamentalmente un ottimo (punk)rock melodico, caratterizzato da arrangiamenti molto curati e dalla tipica sensibilità "pop" dei giapponesi. I pezzi sono ritmicamente potenti, studiatissimi nelle armonie e infarciti di melodie azzeccate. Da molti di essi traspare un evidente approccio "emotivo" alla musica, ovvero la ricerca di quei passaggi melodici "importanti" che rendono un brano davvero coinvolgente.
Come è costume in Giappone, diversi pezzi degli Asian Kung-Fu Generation sono stati associati ad importanti serie animate in qualità di sigle di apertura (Naruto, Fullmetal Alchemist, Bleach).
Ultima cosa, apprezzo molto l'estetica del gruppo (Gotoh in particolare), molto working class e per nulla ostentata.

Che dire, una bella scoperta.

Video: Rewrite.

Voto: 7,0/10

Genere: J-rock













Boards of Canada - Music Has the Right to Children [Warp 1998]

Qui siamo qualitativamente agli stessi - massimi - livelli del Brown Album degli Orbital; senonché in Music Has the Right to Children la connotazione dance cede il passo alla suggestione ambient.
Il duo scozzese produce musica elettronica utilizzando rigorosamente una strumentazione analogica, dando vita ad incredibili quanto complesse textures sonore in cui si inseriscono samples di ogni tipo. L'aura che circonda i pezzi è spesso intrisa di una trasognata malinconia, data non solo dalle delicatissime melodie e dai suoni eterei, ma anche da tanti piccoli dettagli - delle voci in sottofondo, delle risate infantili, elementi che "ampliano la scena" insomma.
Ancora una volta abbiamo un esempio lampante di come la musica elettronica possa essere emotivamente valida, anzi, di come a volte possa esserlo in modo assolutamente unico - se messa in mano alle menti giuste.

Video: An Eagle in your Mind, Olson (fan video)

Voto: 10/10

Genere: ambient techno

domenica 9 dicembre 2007

Playlist settimanale (02.12 - 08.12)












Wilco - Kicking Television: Live in Chicago
[Nonesuch 2005]

La classe non è acqua, e in questo doppio live Jeff Tweedy e la sua band lo dimostrano alla grande, con una performance impeccabile, grintosa ed emozionante.

Voto: 9,2/10

Genere: indie folk-rock












Tamaki Nami - Make Progress [Sony Music Japan 2005]

Come al solito non so spiegare la strana alchimia che scatta quando mi innamoro di un disco jpop; innamoramento che in questo caso è più che evidente.
Nami è una giovanissima (1988) cantante e ballerina giapponese - quella che potremmo definire una idol - e questo suo secondo disco è un concentrato di melodie ammiccanti e ritmi dance.
Produzione cristallina, una voce bella e potente, e la solita sfacciata ossessione per il motivo orecchiabile; forse è proprio questo che amo del pop giapponese, la totale mancanza di mezze misure.
Da sentire assolutamente Reason, utilizzata come prima sigla di chiusura nella serie animata Gundam Seed Destiny.

Voto: 8,6/10













Ho accompagnato all'ascolto di Make Progress il singolo "Realize", tratto dal precedente full-lenght "Greeting" (2004); ad oggi il mio brano preferito fra le interpretazioni di Nami, anch'esso utilizzato in Gundam Seed - questa volta come quarta sigla di apertura.

Voto: 9,0/10

Genere: jpop, dance












Big Star - #1 Record [Ardent 1972]

Il primo disco dei Big Star - ritenuti i padri del cosiddetto "powerpop" - è un concentrato di canzoni rock-pop praticamente perfette. Un incontro a metà strada fra la durezza dei Led Zeppelin e la sensibilità "pop" dei Beatles.

Voto: 8,7/10

Genere: rock












The Oscillation - Out of Phase [DC 2007]

Scoperto pochi giorni fa grazie ad un utente di Ondarock, questo disco di rock psichedelico mi ha piacevolmente impressionato. Chitarre iperriverberate, basso acidissimo, batteria ultra compatta, e un'orgia di effetti elettronici che vanno a completare il quadro di un sound lisergico e sognante.

Voto: 7,5/10

Genere: rock psichedelico

Disaster! the movie - il disastro definitivo

Sin dai primi momenti in cui l'uomo uscì dal limo primordiale, egli ha lottato contro la natura.
Spesso vincendo.
Ma, a volte, la natura contrattacca.


Quest'incipit altisonante ci introduce ad uno dei film più stupidi, demenziali, politicamente scorretti, volgari e truculenti che abbia avuto modo di vedere in vita mia. E con una peculiarità non da poco: Disaster! è un lungometraggio interamente realizzato con la cosiddetta tecnica "stop motion", resa famosa da opere come Nightmare Before Christmas e The Corpse Bride di Tim Burton, o Wallace & Gromit di Nick Park.
La storia fa palesemente il verso al classico disaster movie in cui la Terra è minacciata dall'imminente impatto di un enorme asteroide (leggi "Deep Impact"); il buon Ministero della Difesa degli USA mette dunque insieme il proverbiale manipolo di eroi senza macchia e senza paura, che con una missione-suicida-ma-forse-no si occuperanno di raggiungere il pietrone, farcirlo di cariche esplosive e tentare poi di riportare a casa la pellaccia prima del botto finale.

Ma veniamo al nostro film.
Ad avvistare per primo il gigantesco corpo celeste è un astronomo che, intento a masturbarsi puntando il telescopio del suo osservatorio verso una doccia femminile, sposta accidentalmente lo strumento scoprendo così la grave minaccia che incombe sulla Terra e sui suoi abitanti.
Viene così informato il Ministero della Difesa e formata la squadra che dovrà assumersi il compito di salvare il pianeta, reclutando i più grandi esperti in materia di disastri: Harry Bottoms (il leader), VD Johnson (un cacciatore di tornado), Sandy Mellons (una procace guarda costiera), Donkey Dikson (un esperto in trivellazioni di ogni tipo).















Rispetto ai film demenziali che conosco Disaster! va ben oltre, raggiungendo soglie di spudoratezza inimmaginabili.
In Disaster! ogni scusa è buona per mostrare un paio di tette, per prendersela con una minoranza, o per compiere brutali squartamenti; il nostro "manipolo di eroi" in realtà non è che una manica di depravati guidati esclusivamente dal desiderio sessuale...

Fra scoiattoli assassini, vibratori giganti, il presidente degli USA messicano, stazioni spaziali francesi a forma di camembert e androidi gay, Disaster! è una visione decisamente divertente e non convenzionale, che parodizza i classici disaster movies riprendendone tutti i cliché e aggiungendo abbondanti dosi di violenza e demenzialità.

Purtroppo/ovviamente esiste solo in lingua originale.

Collegamenti:

Sito ufficiale


Trailer

domenica 2 dicembre 2007

Playlist settimanale (25.11 - 01.12)

Settimana di cambiamenti assai poco positivi per quanto riguarda la mia vita musicale. Ma non temete! Eccomi qua con la mia playlist, come al solito non troppo nutrita, ma spero comunque interessante. Nei prossimi giorni conto di postare finalmente qualche cosa di più sostanzioso.



Uno stile molto crudo quello dei Quicksand, la cui musica si pone tra il post-hardcore e un metal alternativo che in diversi punti ricorda da vicino i primi Tool. Niente grossi spunti melodici, ma una studiatissima ed ultracompatta sezione ritmica sulla quale si incastrano e si sovrappongono riff serrati e chitarre più aperte; la forza dei Quicksand risiede essenzialmente in questo.
La circolarità del riffing è una caratteristica comune a molti brani, e conferisce ad essi - soprattutto a quelli meno "tirati" - una dimensione ipnotica, quasi psichedelica.
Per quanto la definizione sia ovviamente azzardata, chiamiamoli "i Tool in versione Hardcore".

Voto: 7,8/10

Genere: post-hardcore, alternative metal












Elliott Smith - Either/Or [Kill Rock Stars 1997 ]

Either/Or è il terzo disco del compianto cantautore americano Elliott Smith.
Smith suona gli strumenti, compone i pezzi, li registra; tanto che il disco si apre con il "click" di un registratore che viene avviato.
La sua musica coniuga delle melodie splendide, a volte talmente azzeccate da sembrare un miracolo, con una profonda inquietudine e malinconia, percepibile distintamente anche senza leggere i testi.
Un disco di una bellezza sconvolgente nella sua semplicità.

Voto: 8,8/10

Genere: indie rock, cantatutore












The Hellacopters - High Visibility [Gearhead 2002]

Progetto prima parallelo e poi a tempo pieno di Nicke Andersson - batterista degli Entombed fino a Wolverine Blues -, gli svedesi Hellacopters propongono un rock aggressivo, melodico e terribilmente catchy.

Voto: 7,4/10

Genere: Rock