sabato 21 febbraio 2009

Welcome to the Quiet Room

















Titolo originale: Quiet room ni yôkoso

Produzione: Giappone, 2007
Genere: Drammatico
Regia: Matsuo Suzuki
Sceneggiatura: Matsuo Suzuki
Durata:
118'

Sakura Asuka è una giornalista freelance con problemi d'insonnia. In vista di un'importante scadenza lavorativa esagera con la birra e i sonniferi, e così si risveglia due giorni dopo in una stanza bianca, legata ad un letto. L'infermiera che la viene a visitare le spiega che è lì per aver tentato il suicidio, e poichè il suo compagno ha dato il consenso verrà dimessa solo quando lo staff medico lo riterrà possibile. Asuka ovviamente cerca di spiegare che si tratta di un equivoco, ma con scarsi risultati...













Ad un primo sguardo mi è subito tornato in mente I'm a Cyborg, but that's Ok di Park Chan-Wook; ma ben presto mi sono reso conto che oltre all'ambientazione "psichiatrica" i due film condividono poco. Il film di Park Chan-Wook privilegia il lato estetico e stilistico (spaventoso), a scapito purtroppo del coinvolgimento dello spettatore.
Tutto il contrario l'operazione di Suzuki. Non ci sono voli pindarici, nè soluzioni stilistiche pirotecniche; in Welcome to the Quiet Room tutto è giocato sui personaggi, sulle loro interazioni e sul mantenere il cuore dello spettatore saldamente ancorato alle vicende umane cui assiste. E qui veniamo agli attori, anzi, alle attrici. A partire dalla protagonista Yuki Uchida, fino ad arrivare alla glaciale infermiera interpretata da Ryo, passando per le compagne di sventura tra cui svetta la bellissima Yu Aoi, siamo di fronte ad un cast incredibilmente talentuoso e convincente.













A convincere inoltre è proprio la modalità con cui i temi vengono trattati. Come la vita di Asuka, all'apparenza normale, nasconda in realtà disperazione e tendenze autodistruttive si rivela a lei stessa quanto allo spettatore in maniera molto graduale, tramite continui flashback che vanno a comporre il quadro. La narrazione è agile e snella, non eccede nei drammatismi (sarebbe fin troppo facile) e anzi regala frequenti momenti comici ed alcune trovate davvero geniali - come una splendida e coreografica scena di ballo.













Al termine dei suoi 120 minuti Welcome to the Quiet Room ci lascia con un sorriso e tanti pensieri per la testa, fra cui uno che a me ronza in particolare: perchè film come questo, che riescono a trattare argomenti tanto spinosi con estrema lucidità ed intelligenza, riuscendo a divertire e a far riflettere, non vengono dati nelle scuole invece di essere puntualmente snobbati e relegati a merce per cinefili accaniti? Sarebbe un bene per tutti.

[Trailer]