domenica 28 settembre 2008

Cinema in pillole, # 8



















Spider Lilies

di Zero Chou, Taiwan 2007
Genere: drammatico
Titolo originale: Ci Qing

Takeko (Isabella Leong) ha uno studio di tatuaggi. Lei stessa ha un tatuaggio sul braccio rappresentante gli spider lilies, fiori che segnano il percorso dal mondo dei vivi a quello dei morti. Questo tatuaggio è l'unico legame rimastole con il defunto padre e con il fratello minore, affetto da disturbi psichici. Vive una vita solitaria divisa fra il lavoro e le attenzioni necessarie al fratello.
Jade (Rainie Yang) è una giovane ragazza che vive sola con l'anziana nonna. Sbarca il lunario lavorando per una chat a luci rosse, trasformando la sua spoglia camera nel set dei suoi spettacoli. Per quanto esteriormente più allegra e vitale, la sua esistenza non è meno solitaria di quella di Takeko. Un giorno Jade entra nello studio di Takeko e le chiede di tatuarle gli spider lilies, in ricordo del suo primo amore...
Spider Lilies racconta l'amore apparentemente impossibile fra queste due ragazze, una vittima dell'abbandono e di un amore totalizzante, l'altra schiava di un insopportabile senso di colpa. Anche se l'avvicinamento sembra irrealizzabile, e le catene che le legano al passato impossibili da spezzare, Jade e Takeko tendono inevitabilmente l'una all'altra, sospinte da una passione più grande di loro.
La narrazione insiste ovviamente sui due personaggi principali, sui loro drammi personali e sul loro tormento interiore, analizzando il loro rapporto anche attraverso graduali flashback che ne chiariscono il passato.
Caratterizzato da uno stile prevalentemente asciutto e freddo, Spider Lilies riesce comunque ad emozionare, grazie ad una buona regia - che non disdegna verso il finale escursioni visionarie alla David Lynch - e soprattutto all'ottima prova delle due attrici protagoniste.
Vincitore dell'Asian Film Festival come miglior film e del Teddy Award al Festival Internazionale di Berlino; nomination al Festival Internazionale di Bangkok.

[Trailer]


















My Sassy Girl
di Jae-young Kwak, Corea del Sud 2001
Genere: commedia, romantico
Titolo originale: Yeopgijeogin geunyeo

Gyeon-woo (Cha Tae-hyun) è uno svogliato e poco brillante studente delle superiori. Un giorno sulla banchina della metropolitana salva un ragazza visibilmente ubriaca (Jeon Ji-hyun) dall'essere travolta da un treno. Salito a bordo, assiste impotente alle gesta della misteriosa ragazza, che, in preda alla sbornia, vomita in testa ad un povero nonnetto, per poi crollare svenuta. Non prima di aver apostrofato Gyeon-woo "tesoro", cosa che agli occhi dei passeggeri lo obbliga ad assumersi la responsabilità della ragazza... Inizia così il rapporto fra Gyeon-woo e la ragazza (di cui durante il film non ci è dato sapere il nome), che oltre ad essere molto bella è anche una forte bevitrice, un'attaccabrighe, nonchè una compagna violenta e vendicativa. Al di là del suo atteggiamento da spaccona - a cui dobbiamo buona parte delle gag più riuscite del film - nasconde un animo fragile e segnato da una grave perdita.
Nonostante pecchi indubbiamente di prolissità e di certe sequenze non proprio funzionali (vedi la parte nel Luna Park) My Sassy Girl ha dalla sua una freschezza ed una esuberanza non comuni, nonchè una varietà di registri e situazioni assolutamente invidiabile. Se da un lato c'è da spassarsela nel seguire le angherie e i crudeli scherzetti a cui Gyeon-woo è continuamente sottoposto dalla sua "dolce" metà ("Vuoi morire? Tu prendi un caffè!" ), dall'altro assistiamo ad una sempre maggior attenzione per i personaggi e i sentimenti che si nascondono sotto la superficie. Attenzione sempre più evidente man mano che ci si avvicina alle ultime battute, in cui ci si rivela un inaspettato colpo di scena e i due affrontano finalmente con consapevolezza quello che provano l'uno per l'altra.
La visione di My Sassy Girl richiede insomma di lasciarsi un po' andare, di farsi trasportare dalla corrente; solo così si potrà gustare appieno quello che si nasconde dietro una facciata da frivola e disimpegnata commediola "pop" romantica, ovvero una riuscita ed intelligentemente bilanciata commistione fra toni comici, sentimentali e drammatici. Cose che in Occidente nel cinema "mainstream" ci sogniamo; tant'è che è in arrivo il solito, prevedibile e a naso ampiamente prescindibile remake hollywoodiano.

[Trailer]

giovedì 4 settembre 2008

Graveyard Girl

Di solito non adotto la formula del post "mordi e fuggi", ma in questo caso l'eccezione è più che giustificata. Graveyard Girl è il primo singolo tratto dal nuovo lavoro degli shoegazers francesi M83, "Saturdays = Youth".
Il video è un semplice quanto poetico spaccato di confusione adolescenziale, al cui centro c'è una ragazzina "diversa" ma proprio per questo molto più affascinante rispetto alla massa dei suoi coetanei. Allego il bellissimo testo.


Death is her boyfriend
She spits on summers and smiles to the night
She collects crowns made of black roses
But her heart is made of bubble gum
  Graveyard girl
Dark rags and red stars
She's the dirty witch of her high school
She worships Satan like a father
But dreams of a sister like Molly Ringwald
   "I'm gonna jump the walls and run
   I wonder if they'll miss me?
   I won't miss them.
   The cemetery is my home
   I want to be a part of it,
   Invisible even to the night.
   Then I'll read poetry to the stones
   Maybe one day I could be one of them...
   Wise and silent.
   Waiting for someone to love me.
   Waiting for someone to kiss me.
   I'm fifteen years old
   And I feel it's already too late to live.
   Don't you?"
I can't help my love
For graveyard girl.