domenica 11 novembre 2007

Playlist settimanale (04.10 - 10.11)

Questa settimana è stata quasi completamente assorbita dai Bel Canto e dal loro meraviglioso Magic Box. Dedicherò senza dubbio i prossimi giorni all'esplorazione del resto della loro discografia.
Comunque il tempo per qualcos'altro l'ho trovato..












Orbital - 2 [FFRR Records 1993]

Orbital 2, o "brown album", è un disco dato alla luce nel 1993 dai fratelli inglesi Paul e Phil Hartnoll, in arte, appunto, Orbital.
E con questo disco quattro anni fa mi sono avvicinato alla techno, che un po' per pregiudizio, un po' per la mia formazione musicale fino a quel punto, avevo sempre snobbato. In effetti è diffusa, soprattutto tra gli amanti o i puristi del rock la credenza che la techno sia esclusivamente quello che passa in discoteca, o che comunque si tratti di musica (o meglio non-musica) fredda e senza emozioni in quanto eseguita da macchine.
Niente di più falso.
Orbital 2 è un disco incredibilmente complesso, in cui la connotazione puramente dance si assottiglia per lasciare spazio alla creatività, alla miscelazione dei suoni, alla ricerca dell'atmosfera.
Tutto suona estremamente naturale e fluido, anche i brani più lunghi scorrono senza che l'ascoltatore quasi se ne accorga, tante e tali sono le sfumature e i graduali cambi d'atmosfera.
Ne è un esempio "Planet of the Shapes", il cui ritmo pieno e incalzante verso la metà del brano sfuma in un ipnotico accavallarsi di suoni eterei e sitar sintetici, per poi riprendere a pieno regime fino alla fine, quando una voce scandisce la frase da cui tutto ha avuto inizio: "even a stopped clock gives the right time twice a day".
Si passa per episodi più dance oriented, per quanto sempre pervasi da una forte componente atmosferica, data dalla ripetizione quasi ossessiva dello stesso loop (lush 3-2) ed altri più complessi. Tra questi ultimi spicca "Impact (the earth is burning)", che non tanto strutturalmente quanto per la quantità di suoni e il loro continuo alternarsi e sovrapporsi in molteplici combinazioni presenta un notevole grado di complessità.
Il vero pezzo forte si intitola "Halcyon + on + on", e forse è stato proprio quello che mi ha fatto capire quanto valida potesse essere anche a livello emozionale questa musica.
L'incipit è un sogno, un tappeto sonoro dolcissimo privo di spazio e di tempo; la scena che dipingo nella mia mente ascoltandola passa attraverso gli occhi di un novello astronauta che dallo spazio volge per la prima volta lo sguardo verso la terra, mentre il sole sta spuntando dietro di essa. Dopo poco subentrano dolci rintocchi di pianoforte e un suono angelico, che sembra per metà un flauto e per metà una voce umana, femminile. Quando subentra il basso sintetico improvvisamente la struttura prende forma, il tempo riprende a scorrere, ed è semplicemente esaltante.
Forse si è capito, ma potrei andare avanti per mezz'ora a parlare solo di questo singolo brano.

Orbital 2 è un capolavoro, un disco che tutti i detrattori per partito preso della musica techno ed elettronica in generale dovrebbero almeno provare ad ascoltare.
Chi invece è già dotato della giusta curiosità e apertura mentale se lo procuri senza pensarci due volte.

Voto: 10/10

Genere: elettronica, techno












Chihiro Onitsuka - The Ultimate Collection [Universal Music Japan 2004]

Ho scelto questa raccolta per avvicinarmi alla musica di Chihiro Onitsuka, cantautrice e pianista pop attiva dal 2000 e molto nota in Giappone.
Il mood della maggior parte dei pezzi è malinconico, e gli arrangiamenti si basano principalmente su pianoforte, chitarra acustica e archi.
Fin qui nulla di fuori dalla norma. Quello che è fuori dalla norma è la voce della Onitsuka; al di là dell'incredibile tecnica ed estensione è l'espressività a lasciare attoniti, la capacità di trasmettere emozioni diverse a seconda del momento, adattandosi perfettamente alla musica, dalle parti più dolci a quelle più aggressive. In questo senso Infection dall'album "This Armor" è un brano esemplare, oltre ad essere uno splendido esempio di ballata malinconico-drammatica dalle tinte fortemente dark.
Sicuramente una delle proposte di maggior serietà e spessore nel panorama della musica pop giapponese.

Voto: 8,0/10 (essendo una raccolta, è più un voto all'artista che all'album in sé)

Genere: japanese pop, cantautrice












... And you will know us by the trail of dead - Source tags & codes [Interscope Records 2002]

Gli and you will know us by the trail of dead sono classificati "indie-rock", etichetta in verità piuttosto riduttiva (per loro come per gli altri gruppi che se la vedono appiccicare).
La loro musica presenta una forte sensibilità melodica, espressa però attraverso un muro di chitarre; questa seconda caratteristica è poi andata addolcendosi coi dischi successivi (chissà perché il contrario non succede mai). Questa riuscita miscela di violenza e dolcezza rende Source Tags & Codes accostabile, anche se alcuni gradini sotto e non certo perché si tratti di proposte formalmente identiche (anzi), all'immenso Relationship of Command degli At the Drive-In, uscito due anni prima.

Voto: 7,8/10

Genere: noise rock, indie rock

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