Titolo originale: Yurîka
Produzione: Giappone, 2000
Genere: Drammatico
Regia: Shinji Aoyama
Sceneggiatura: Shinji Aoyama
Durata: 217'
Anche Makoto, l'autista dell'autobus, esce distrutto dall'esperienza: lascia il lavoro e inizia a vagabondare senza una meta precisa, finchè non decide di trasferirsi a vivere insieme a Naoki e Kozue, cercando di ridare un senso di normalità sia alla sua vita che alla loro. Dopo poco tempo si unisce a loro il cugino ventunenne dei ragazzi, Akihiko; inizialmente un "infiltrato" degli avidi parenti, entrerà ben presto di diritto nel singolare gruppo familiare. Un giorno Makoto compra un autobus e tutti insieme partono per un avventuroso e nelle intenzioni terapeutico viaggio on the road.
A complicare ulteriormente il quadro, diverse donne vengono trovate assassinate nei dintorni.
Il tema portante di Eureka è l'incapacità dei suoi personaggi di comunicare, fra di loro e con il mondo. Naoki e Kozue dal giorno dell'incidente non dicono una parola, per quanto i loro gesti e sguardi facciano percepire il forte legame che c'è tra di loro. Anche Makoto è un uomo di poche parole, in perenne bilico fra un innegabile carisma e una schiacciante debolezza. L'unico personaggio comunicativo ed estroverso è Akihiko, che però proprio per questo suo carattere così diverso dai suoi coinquilini prima, e compagni di viaggio poi, si trova nella medesima impossibilità di comunicare con loro .
Il viaggio assume in Eureka una vera funzione di ricerca di sè stessi e delle proprie radici. Lo stesso Makoto dice, nel parcheggio dove anni prima lui, Kozue e Naoki avevano visto la morte in faccia: "volevo ripartire da qui". Sarà proprio grazie a questo viaggio che i protagonisti affronteranno le proprie paure e ognuno troverà, forse, il suo giusto posto.
Eureka è un film giapponese che più giapponese non si può. I momenti interlocutori, i lunghi silenzi, i gesti, gli sguardi, e tutte quelle cose che vengono lasciate all'interpretazione dello spettatore, insieme alla durata assai impegnativa (220'), ne fanno un pezzo di cinema di difficile fruizione per lo spettatore medio occidentale. Parallelamente Eureka è un film di una profondità rara, in cui nulla di ciò che vediamo è lasciato al caso, e tutto è al servizio della storia e, soprattutto, dei suoi personaggi. L'utilizzo fortemente espressivo e simbolico della macchina da presa e delle inquadrature è una cosa talmente caratteristica e funzionale in questo senso da risultare evidente anche ad uno spettatore non addetto ai lavori (quale il sottoscritto).
Eureka è un grande film, del tutto estraneo a superficiali logiche cinematografiche da grande pubblico, ma piuttosto teso ad esplorare le zone più nascoste dell'animo umano, quelle che definiscono il nostro rapporto con gli altri, con il mondo, con la nostra stessa esistenza.