giovedì 10 luglio 2008

Cinema in pillole, #5

















The Red Shoes

di Kim Yong-gyun, Corea del Sud 2005
Genere: horror
Titolo originale: Bunhongsin

Una ragazza trova in metropolitana un paio di scarpette rosse (che poi non son rosse ma fucsia, ma vabbè, il titolo dice così); un'amica le vede e gliele ruba, salvo poco dopo incontrare una morte orribile. Le scarpette sembrano portare una maledizione mortale su chiunque le indossi...
Dopo il recente entusiasmo per Epitaph, mi sono buttato piuttosto fiducioso su questo horror coreano, che dal trailer pareva interessante e sanguinolento al punto giusto.
Purtroppo mi sono dovuto ricredere.
Nonostante parta bene, il film si dilunga incredibilmente su sequenze ed episodi inutili, tralasciando le cose davvero importanti. Ad esempio la vicenda che è alla base della maledizione, solo abbozzata e affidata più che all'indagine dei due protagonisti a flashback che non si sa da dove vengano e perchè; basti fare a riguardo un parallelo con The Ring, dove, anche se con diversa modalità, abbiamo sempre a che fare con un oggetto maledetto. Tutt'altro approccio, e tutt'altro risultato. Qui le cose sembra succedano perchè devono succedere.
The Red Shoes si ispira inoltre in maniera fin troppo evidente a classici del genere (Shining, Suspiria, e ovviamente Ringu/The Ring, con abbondanza dei soliti cloni di Sadako), tenta sul finire di stupire con l'ormai classico "plot twist", ma rimane quello che è: un film visivamente discreto ma nell'impianto registico e narrativo confuso, insipido, privo di mordente e soprattutto di personalità.
Nota negativa anche per la colonna sonora, inappropriatamente sopra le righe (l'organo liturgico non sta proprio bene con tutto) e ultra ripetitiva negli effetti sonori che sottolineano i colpi di scena.
Bocciato.


















Muoi, the Legend of a Portrait
di Kim Tae-kyeong, Corea del Sud/Vietnam 2007
Genere: horror

Yoon-hee è una giovane scrittrice coreana in difficoltà creativa. Il suo ultimo libro risale ormai a tre anni prima: una sorta di resoconto scandalistico sul suo gruppo di amici, ed in particolare sulla sua ex migliore amica Seo-yeon, bersaglio di calunnie e dicerie. Per il suo prossimo libro, basato sulla leggenda folkloristica vietnamita riguardante la "maledizione di Muoi", Yoon-hee ha bisogno proprio dell'aiuto di Seo-yeon, emigrata per l'appunto in Vietnam dove dipinge e assiste un professore universitario nelle sue ricerche sul folklore locale. Yoon-hee e Seo-yeon, sotto l'ombra di una malcelata tensione relativa al loro perduto rapporto, iniziano ad indagare sulla leggenda. 100 anni prima Muoi, amante rifiutata e sfigurata dalla rivale, si uccise per cercare vendetta sotto forma di spirito. Venne imprigionata in un ritratto, ma il sigillo durante la guerra fu infranto; si narra così che il 15 di ogni mese Muoi compia la sua vendetta...
Nella media degli horror made in Corea visti ultimamente Muoi fa tirare un discreto sospiro di sollievo. La regia infatti punta, più che sui facili spaventi, sulla costruzione di personaggi solidi e complessi e sull'imbastire una storia ricca di mistero. Sembra però addirittura eccedere nell'analizzare i tormentati rapporti tra le due protagoniste, tanto che a volte sembra di assistere ad un film drammatico più che ad un horror. Tutto sommato il risultato è buono, le protagoniste sono ben delineate (da sottolineare la presenza della splendida Cha Ye-ryeon, già in A Bloody Aria), il mistero avvince anche se non spaventa a morte, dal punto di vista formale siamo sui soliti standard sudcoreani, ovvero prossimi all'eccellenza. Ecco, sul finale si poteva davvero osare un po' di più, soprattutto avendo un girato tanto solido alle spalle. Comunque, in un panorama dove A Tale of Two Sisters e il recentissimo Epitaph sembrano destinati a rimanere per il momento casi isolati di genio orrorifico, ben vengano film come Muoi.

[trailer]

Nessun commento: