domenica 25 novembre 2007

Playlist settimanale (18.11 - 24.11)












Ministry - The Mind is a Terrible Thing to Taste [Sire 1989]

Il secondo album dei Ministry è forse anche la miglior sintesi del loro sound; ancora violentemente industrial, già strizza l'occhio ai feroci riff metallici che contraddistingueranno i lavori a venire, mettendo a segno un vero masterpiece. Personalmente ritengo che i loro capolavori vengano dopo, ma questo è comunque un disco importantissimo.
Pezzi forti: Breathe, Burning Inside.

Voto: 7,5/10

Genere: industrial metal












Maaya Sakamoto - Saigo no Kajitsu [Victor Entertainment 2007]

Dopo il mini-album "30 Minutes Night Flight", nuovo singolo per Maaya Sakamoto.
Tralasciando le versioni strumentali, i pezzi inediti sono due. La title track - una ballata in cui emerge la bella voce di Maaya - purtroppo non mi ha particolarmente entusiasmato in quanto mi è parsa piuttosto convenzionale e senza particolari guizzi creativi (se non sul finire del ritornello). Molto più accattivante il secondo brano, "Mitsubachi to Kagakusha", più ritmato e melodicamente assai più originale.

Insomma, ridatemi Yoko Kanno!

Voto: 6,3/10

Genere: Jpop












Hammock - Kenotic [HMK 2005]

Proseguono le mie incursioni nell'affascinante mondo della musica strumentale fra rock, elettronica e ambient. Per quanto non l'abbia ancora approfondito a dovere, questo disco mi ha già stregato: la musica degli Hammock sfugge a classificazioni univoche, lasciandosi descrivere forse solo da un'etichetta come dream music. Gli elementi che si sommano in questi brani sono molteplici, e diversi tra un brano e l'altro. Vi sono composizioni puramente ambient in cui è quasi possibile udire echi "cosmici" ("miles to go before sleep", "glacial"), altre in cui fanno capolino basi elettroniche e strumenti classici ("overcast/sorrow"), ed altre ancora più avvicinabili al post-rock o allo shoegaze ("wish"). Unico comune denominatore, l'alone "da sogno" che avvolge e compenetra la musica, rendendo l'ascolto di questo "Kenotic" un'emozione quasi ultraterrena.

Voto: 7,6/10

Genere: dream rock - ambient













The Go! Team - Proof of Youth [Sub Pop 2007]

I Go! Team sono genio ed energia allo stato puro, un fantastico carosello di idee, suoni, ritmi; la classica boccata d'aria fresca, la new sensation, the wind of change, tutto quello che vi viene in mente.
Per i dettagli rimando alla recensione di qualche mese fa.
E visto che questa settimana mi sento buono, posto anche uno spettacolare video:



Voto: 8,3/10

Genere: indie pop












Penguin Cafe Orchestra - Music from the Penguin Cafe [EG 1976]

La musica della Penguin Cafe Orchestra decisamente non appartiene a questo mondo; forse al Paese delle Meraviglie, chissà. Non mi soffermo a descriverne gli elementi formali perché non saprei neanche cosa dire: progressive? Jazz? Avanguardia? Pop? No no no, tutto troppo riduttivo.
Ascoltare è l'unico consiglio che mi sento di dare.

Voto: 8,4/10

Genere: ?!?!?












Beth Orton - Daybreaker [Astralwerks 2002]

Adoro Beth Orton sia per la sua meravigliosa e seducente voce che per la sua musica, in cui si fondono una vocazione da songwriter purosangue e la predilezione per elementi elettronici e classici riconducibili al trip-hop.

Video: Concrete Sky.

Voto: 7/10

Genere: Rock

domenica 18 novembre 2007

Playlist settimanale (11.11 - 17.11)












Alcest - Souvenirs d'un Autre Monde [Prophecy 2007]

Decisamente affascinante questo progetto solista del francese Neige, già chitarrista di band black metal estremo (Peste Noire e Forgotten Woods). In Souvenirs d'un Autre Monde le radici black metal si ammorbidiscono e vanno incontro ad aperture post-rock e atmosfere shoegaze, creando un sound davvero originale, che alterna momenti acustici a tipici walls of sound .
Nelle chitarre e nei tempi di batteria le influenze della musica estrema sono ancora percepibili - eppure piegate a dare vita ad atmosfere sognanti, evocative, di grande dolcezza ("Les Iris"). La melodia gioca un ruolo importante nell'evocare scenari densi di un fortissimo pathos, e per questo motivo mi sento di accostare la musica di Alcest, oltre che allo shoegaze dei My Bloody Valentine, al post-rock "nordico" dei Sigur Ròs.
Una piccola grande perla, a tratti commovente per la chiarezza dei sentimenti che riesce a trasmettere.
Più semplicemente sei lunghe, splendide canzoni.

Voto: 8,6/10

Genere: metal, shoegaze, post-rock












Pale Forest - Exit Mould [Listenable Records 2001]

Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo disco, consigliatomi in una discussione sul Gothic Metal con voce femminile. Qui diciamo che il "Gothic Metal" in senso stretto è già un ricordo, molto presente, ma comunque un ricordo. I Pale Forest reinterpretano il genere in maniera piuttosto eclettica e "rock", dando vita ad un immaginario incontro tra Emiliana Torrini, i The Gathering e i Within Temptation. Una miscela di dolcezza e (moderata) aggressività, di cui l'opener "Stigmata" offre già un'ottima sintesi.

Grazie a LoriVarney per la segnalazione.

Voto: 6,8/10

Genere: rock

I'm in love with technology - Ipod Touch da 8 giga

Io sono il re degli acquisti scriteriati, lo sono sempre stato, fin da quando andavo nei negozi di dischi (il peer-to-peer era ancora fantascienza) e compravo i cd basandomi sulla copertina. Peraltro con questo metodo non ne ho mai sbagliato uno, ma questo non c'entra molto.

Quando sono venuto a sapere dell'esistenza del nuovissimo Ipod Touch sono entrato in pieno, tipico, delirio da acquisto; sapevo benissimo che 299 euro (prezzo della versione 8 giga) sono, al di là di ogni ragionevole dubbio, una cifra spropositata per un oggetto che alla fin fine serve a sentir la musica. Ma dentro di me una vocina ripeteva "chi se ne frega, lo voglio".













Fatto il giro dei negozi solo per sentirmi dire che la versione 8 giga - a differenza della molto meno avvicinabile 16 giga a 399 euro - era terminata e nessuno sapeva se e quando sarebbe arrivata, decido di mettere in atto tutta la mia proverbiale perseveranza, che in questi casi dà davvero il meglio di sè.
Armato dunque di carta postale prepagata ordino l'oggetto delle mie brame direttamente dal sito della Apple.
Invio l'ordine alle 17, il giorno dopo alle 13 ho già il pacco tra le mani.
Sono dei veri fulmini alla Apple.

Per il momento sono assolutamente soddisfatto, questo Ipod Touch è un oggettino semplicemente stupendo, ultracompatto (è spesso solo 8 mm), bello da vedere e da usare.
"Touch" definisce il primo Ipod dotato di tecnologia Touchscreen.
Vi assicuro che sfogliare i propri dischi scorrendone le copertine col ditino è una gioia indescrivibile. L'interfaccia è gradevole, essenziale, intuitiva, tutto è a portata di mano (o meglio di dito).
I video vanno che è una meraviglia sullo schermo widescreen da 3,5". Inizialmente mi è parso un ostacolo il mancato supporto del formato divx a favore dei nativi Apple .m4v, .mp4 e .mov; in realtà è bastato scovare un programmino dedicato e gratuito (MediaCoder iPhone/iPod Touch Edition) che converte in pochissimo tempo nel formato adatto qualunque filmato.

Unica pecca, non riesco ancora a connetterlo ad internet in Wi-Fi - questo Ipod infatti ha la possibilità di connettersi in modalità wireless (802.11b/g), di navigare utilizzando il browser Safari, di visualizzare i video di Youtube e di acquistare brani da Itunes Store direttamente sul lettore.
Purtroppo al momento, per quanto si agganci senza problemi alla mia rete domestica e la ricezione sia al massimo, il mio Ipod Touch non apre le pagine web (credo sia un problema di server DNS); tuttavia ci smanetterò, come l'esperienza mi ha insegnato queste cose non funzionano mai al primo colpo ... e neanche al secondo.

Last but not least, Ipod Touch permette di visualizzare foto e di sincronizzarle da Itunes, così come avviene per gli mp3 e i video.
Altra chicca, le immagini possono essere ridimensionate aprendo e chiudendo due dita (pollice e indice sono di gran lunga le più probabili) sullo schermo.


Concludendo, l'Ipod Touch è un lettore mp3/video/foto molto valido nonchè un gran bell'oggetto in senso lato. Certo il prezzo è elevato, ma per i veri nerd musicofili come il sottoscritto questo non è un ostacolo insormontabile.

PRO: ottima qualità audio, interfaccia gradevole ed efficace, splendido design

CONTRO: prezzo davvero elevato in rapporto alla capacità, wireless di difficile configurazione (almeno nel mio caso), auricolari in dotazione di qualità mediocre




Collegamenti:

http://www.apple.com/it/ipodtouch/features.html

domenica 11 novembre 2007

Playlist settimanale (04.10 - 10.11)

Questa settimana è stata quasi completamente assorbita dai Bel Canto e dal loro meraviglioso Magic Box. Dedicherò senza dubbio i prossimi giorni all'esplorazione del resto della loro discografia.
Comunque il tempo per qualcos'altro l'ho trovato..












Orbital - 2 [FFRR Records 1993]

Orbital 2, o "brown album", è un disco dato alla luce nel 1993 dai fratelli inglesi Paul e Phil Hartnoll, in arte, appunto, Orbital.
E con questo disco quattro anni fa mi sono avvicinato alla techno, che un po' per pregiudizio, un po' per la mia formazione musicale fino a quel punto, avevo sempre snobbato. In effetti è diffusa, soprattutto tra gli amanti o i puristi del rock la credenza che la techno sia esclusivamente quello che passa in discoteca, o che comunque si tratti di musica (o meglio non-musica) fredda e senza emozioni in quanto eseguita da macchine.
Niente di più falso.
Orbital 2 è un disco incredibilmente complesso, in cui la connotazione puramente dance si assottiglia per lasciare spazio alla creatività, alla miscelazione dei suoni, alla ricerca dell'atmosfera.
Tutto suona estremamente naturale e fluido, anche i brani più lunghi scorrono senza che l'ascoltatore quasi se ne accorga, tante e tali sono le sfumature e i graduali cambi d'atmosfera.
Ne è un esempio "Planet of the Shapes", il cui ritmo pieno e incalzante verso la metà del brano sfuma in un ipnotico accavallarsi di suoni eterei e sitar sintetici, per poi riprendere a pieno regime fino alla fine, quando una voce scandisce la frase da cui tutto ha avuto inizio: "even a stopped clock gives the right time twice a day".
Si passa per episodi più dance oriented, per quanto sempre pervasi da una forte componente atmosferica, data dalla ripetizione quasi ossessiva dello stesso loop (lush 3-2) ed altri più complessi. Tra questi ultimi spicca "Impact (the earth is burning)", che non tanto strutturalmente quanto per la quantità di suoni e il loro continuo alternarsi e sovrapporsi in molteplici combinazioni presenta un notevole grado di complessità.
Il vero pezzo forte si intitola "Halcyon + on + on", e forse è stato proprio quello che mi ha fatto capire quanto valida potesse essere anche a livello emozionale questa musica.
L'incipit è un sogno, un tappeto sonoro dolcissimo privo di spazio e di tempo; la scena che dipingo nella mia mente ascoltandola passa attraverso gli occhi di un novello astronauta che dallo spazio volge per la prima volta lo sguardo verso la terra, mentre il sole sta spuntando dietro di essa. Dopo poco subentrano dolci rintocchi di pianoforte e un suono angelico, che sembra per metà un flauto e per metà una voce umana, femminile. Quando subentra il basso sintetico improvvisamente la struttura prende forma, il tempo riprende a scorrere, ed è semplicemente esaltante.
Forse si è capito, ma potrei andare avanti per mezz'ora a parlare solo di questo singolo brano.

Orbital 2 è un capolavoro, un disco che tutti i detrattori per partito preso della musica techno ed elettronica in generale dovrebbero almeno provare ad ascoltare.
Chi invece è già dotato della giusta curiosità e apertura mentale se lo procuri senza pensarci due volte.

Voto: 10/10

Genere: elettronica, techno












Chihiro Onitsuka - The Ultimate Collection [Universal Music Japan 2004]

Ho scelto questa raccolta per avvicinarmi alla musica di Chihiro Onitsuka, cantautrice e pianista pop attiva dal 2000 e molto nota in Giappone.
Il mood della maggior parte dei pezzi è malinconico, e gli arrangiamenti si basano principalmente su pianoforte, chitarra acustica e archi.
Fin qui nulla di fuori dalla norma. Quello che è fuori dalla norma è la voce della Onitsuka; al di là dell'incredibile tecnica ed estensione è l'espressività a lasciare attoniti, la capacità di trasmettere emozioni diverse a seconda del momento, adattandosi perfettamente alla musica, dalle parti più dolci a quelle più aggressive. In questo senso Infection dall'album "This Armor" è un brano esemplare, oltre ad essere uno splendido esempio di ballata malinconico-drammatica dalle tinte fortemente dark.
Sicuramente una delle proposte di maggior serietà e spessore nel panorama della musica pop giapponese.

Voto: 8,0/10 (essendo una raccolta, è più un voto all'artista che all'album in sé)

Genere: japanese pop, cantautrice












... And you will know us by the trail of dead - Source tags & codes [Interscope Records 2002]

Gli and you will know us by the trail of dead sono classificati "indie-rock", etichetta in verità piuttosto riduttiva (per loro come per gli altri gruppi che se la vedono appiccicare).
La loro musica presenta una forte sensibilità melodica, espressa però attraverso un muro di chitarre; questa seconda caratteristica è poi andata addolcendosi coi dischi successivi (chissà perché il contrario non succede mai). Questa riuscita miscela di violenza e dolcezza rende Source Tags & Codes accostabile, anche se alcuni gradini sotto e non certo perché si tratti di proposte formalmente identiche (anzi), all'immenso Relationship of Command degli At the Drive-In, uscito due anni prima.

Voto: 7,8/10

Genere: noise rock, indie rock

domenica 4 novembre 2007

Playlist settimanale (28.10 - 03.11)












Bel Canto - Magic Box [Atlantic 1996]

Dei norvegesi Bel Canto conoscevo finora solo White-Out Conditions (1987), un disco incredibilmente affascinante tra atmosfere nordiche e contaminazioni etnico-elettroniche, reso ancora più emozionante dalla incredibile voce della cantante, Anneli Marian Drecker.
Saltando due dischi arrivo a questo Magic Box: qui la dimensione sinceramente cosmopolita della musica dei Bel Canto rispetto agli esordi è letteralmente esplosa, passando da suggestioni geograficamente più "fredde" - per quanto splendide - a un vero e proprio caleidoscopio di idee e ispirazioni che abbracciano le sonorità più disparate, dalle melodie orientali ai ritmi caraibici.

Voto: 7,8/10

Genere: Synth-folk, World Music












Do As Infinity - New World [Avex Trax 2001]

Nella loro carriera durata 6 anni i Do As Infinity sono stati uno dei gruppi pop/rock più amati in Giappone, con oltre tre milioni di dischi venduti. Il nucleo della band, il chitarrista/compositore Dai Nagao e la cantante Tomiko Van, hanno dato alla luce in questo lasso di tempo sei album, venti singoli, otto DVD dal vivo e una serie interminabile di concerti, di cui molti tenutisi "on the street" o in cd-stores (abitudine promozionale molto radicata in giappone).
New World segue il debutto Break of Dawn, entrando direttamente al primo posto della Oricon Chart. Insieme al successivo "Deep Forest" costituisce il punto di massima ispirazione della band, e contiene alcuni pezzi che diverranno dei classici: desire, we are, summer days.
Un album pop-rock di ottima fattura, ben arrangiato e trainato dalla voce angelica della bella Tomiko.

Voto: 7,2/10

Genere: J-rock












Ai Otsuka - Love Cook [Avex Trax 2005]

E con questo completo la discografia di Ai Otsuka. Love Cook è il terzo album, e la prima cosa che ho notato terminato l'ascolto è un ottimo equilibrio tra i pezzi, che si dividono tra episodi sfacciatamente pop e brani molto più seri ed emotivi. Tra i primi U-Boat, Ramen 3- fun cooking (ai limiti del demenziale), ma soprattutto Birthday Song e Smily, episodi immancabili quanto irresistibili nelle esibizioni dal vivo dove dimostrano tutto il loro valore.
Tra i pezzi seri invece troviamo delle meravigliose ballate - Planetarium su tutte - ma anche brani dalle tinte molto "dark", come 5.09 a.m. e in particolare Cherish.
Le due facce della venticinquenne di Osaka coesistono così splendidamente in questo Love Cook, probabilmente ad oggi il lavoro più convincente.

Voto: 7,7/10

Genere: J-pop












Two Lone Swordsmen - From the Double Gone Chapel [Warp 2004]

Basso, synth, batteria, voce. La formula dei Two Lone Swordsmen è quella di una dark-wave sintetica e spietata, una musica tanto viscerale quanto galvanizzante.

Voto: 7,0/10

Genere: synth-wave