domenica 14 ottobre 2007

Silent Hill - gli incubi prendono forma sul grande schermo

Già da un po' sapevo di questo film, risalente alla prima metà del 2006. Tuttavia, sulla scorta della delusione causatami dalla oltremodo scialba (a mio avviso) rivisitazione filmica dell'altro caposaldo del genere Survival Horror, Resident Evil, non nutrivo grosse aspettative. Soprattutto vista la profonda adorazione che ho per il terzo capitolo della serie di Silent Hill (l'unico che ho giocato, visto che il primo non l'ho mai finito e il secondo chissà perché mi mandava in crash il sistema).
Invece posso constatare che non solo mi sono dovuto ricredere sulla mia diffidenza, ma che addirittura Silent Hill ha superato di gran lunga le mie speranze.

Andiamo con ordine.

Sharon è una bambina che soffre di sonnambulismo, e durante le sue fughe notturne ripete in continuazione un nome, il nome di una città: Silent Hill.
I genitori adottivi sono alla disperazione, la bambina non risponde alle cure farmacologiche, e gli attacchi diventano sempre più gravi e frequenti. La madre, Rose, decide di intraprendere con la figlia un viaggio verso la città che la bambina nomina durante gli episodi di sonnambulismo, a dispetto del parere contrario del marito; crede che là si nasconda il mistero alla base della malattia di sua figlia.
In una notte piovosa Rose e Sharon giungono a Silent Hill, città cancellata dalle mappe e dal passato oscuro; ed ha inizio l'incubo.















Perchè mi è piaciuto dunque Silent Hill? Perchè a differenza del fratello (povero) Resident Evil non sfrutta un marchio vincente in ambito ludico per sfornare il solito action movie dozzinale nè carne nè pesce. Il film interpretato dalla bella Mila Jovovich, per carità, è anche godibile, ma non ha assolutamente nulla dell'atmosfera claustrofobica e plumbea dell'originale videogame; risulta peraltro evidente che gli sforzi degli sviluppatori non si siano diretti in quel senso, quanto piuttosto nel creare un prodotto dal facile riscontro di botteghino.
Silent Hill invece è stato diretto da un vero appassionato della serie (Cristophe Gans), e la differenza si vede.
L'intento di ricreare il più possibile l'atmosfera maligna del gioco è evidente sin dai primi fotogrammi, accompagnati dalla spaventosa colonna sonora del primo Silent Hill. Durante tutto il film peraltro gli appassionati del videogioco non potranno non riconoscerne le originali sinistre sonorità, mantenute in maniera davvero lodevole.
Altre cose rese alla perfezione sono le locations esterne invase dalla nebbia, le orrende creature semi umane che infestano la città, il passaggio in tempo reale dalla realtà all'incubo (Silent Hill 3 docet).
A questi elementi si aggiunge una storia che, per quanto piuttosto diversa da quella della saga, riesce a coinvolgere e rendere partecipe lo spettatore di un vero e proprio incubo ad occhi aperti. Complice una forte dose di gore puro, con scene sadiche e truculente che sembrano avere un certo debito con la saga di Hellraiser, e la ricerca di tutti quegli elementi visuali abnormi che hanno contribuito a rendere la serie di SH unica nel suo genere.












Silent Hill è la città maledetta, la manifestazione tangibile di un odio tanto forte da modificare la realtà, da creare una nuova dimensione di terrore.
Non c'è salvezza, nè facili redenzioni per i protagonisti di Silent Hill: il male può essere sopito, ma non sarà mai definitivamente eliminato.
Perché alberga nei nostri cuori.

Un film decisamente - e inaspettatamente - valido, e per gli appassionati della saga davvero un must see.


Collegamenti:

Trailer.

Sito ufficiale.

Silent Hill 3, il fascino degli incubi

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