Recupero! Recupero! Ecco qua la playlist comprensiva degli ascolti delle ultime due settimane (pant). Da oggi sperimento pure dei presuntuosissimi voti decimali, quindi attenzione.....
The Shins - Chutes too Narrow [SubPop 2003]
Questo è l'indie pop che più mi piace. Arrangiamenti originali, melodie superlative ed esecuzione impeccabile. I pezzi sono potenti, tremendamente catchy dalla prima all'ultima nota, mai scontati. Rispetto al precedente (splendido) "Oh, Inverted World" si percepisce un certo ispessimento dei suoni, decisamente più high fidelity, e una maggior compattezza formale.
La copertina è tra le più brutte della storia, ma per questa volta gliela perdoniamo.
Voto: 7,5/10
Genere: indie-pop
Logh - Every Time a Bell Rings an Angel Gets His Wings [Bad Taste 2002]
Della serie "non mi ricordo dove ne ho sentito parlare, nè quando e come li ho recuperati". I Logh sono un gruppo svedese che si rifà alle classiche sonorità post-rock di Mogwai e giù di lì. I pezzi, molto delicati e improntati ad un'ottima sensibilità melodica, tracciano atmosfere eteree, a tratti impalpabili. In più di un'occasione, sarà il cantato, mi hanno ricordato i Death Cab for Cutie nei loro momenti più meditativi - certo con una punta di classe in meno.
Voto: 6,3/10
Genere: post-rock
Ghost - In Stormy Nights [Drag City 2007]
Voto: 7,0/10
Genere: psychedelic rock
The Mahavishnu Orchestra with John McLaughlin - The Inner Mounting Flame [Sony 1971]
Questo è un discone. Fusion, Progressive, Jazz-Rock, un John McLaughlin in stato di grazia. Al di là dell'impressionante abilità dei musicisti, The Inner Mounting Flame è un album semplicemente imponente, in cui gli intrecci e gli scambi tra i vari strumenti creano un tessuto vitale pulsante, in continua evoluzione, tra spiazzanti cambi di tempo e d'atmosfera che ricordano molto da vicino certe impervie escursioni strumentali (e questo album lo è per intero) dei contemporanei Gentle Giant. Una costante attenzione per la progressione melodica rende il tutto semplicemente entusiasmante.
Voto 9,2/10
Genere: progressive, fusion, strumentale
Helios - Eingya [Type rec. 2006]
The Shins - Chutes too Narrow [SubPop 2003]
Questo è l'indie pop che più mi piace. Arrangiamenti originali, melodie superlative ed esecuzione impeccabile. I pezzi sono potenti, tremendamente catchy dalla prima all'ultima nota, mai scontati. Rispetto al precedente (splendido) "Oh, Inverted World" si percepisce un certo ispessimento dei suoni, decisamente più high fidelity, e una maggior compattezza formale.
La copertina è tra le più brutte della storia, ma per questa volta gliela perdoniamo.
Voto: 7,5/10
Genere: indie-pop
Logh - Every Time a Bell Rings an Angel Gets His Wings [Bad Taste 2002]
Della serie "non mi ricordo dove ne ho sentito parlare, nè quando e come li ho recuperati". I Logh sono un gruppo svedese che si rifà alle classiche sonorità post-rock di Mogwai e giù di lì. I pezzi, molto delicati e improntati ad un'ottima sensibilità melodica, tracciano atmosfere eteree, a tratti impalpabili. In più di un'occasione, sarà il cantato, mi hanno ricordato i Death Cab for Cutie nei loro momenti più meditativi - certo con una punta di classe in meno.
Voto: 6,3/10
Genere: post-rock
Ghost - In Stormy Nights [Drag City 2007]
Voto: 7,0/10
Genere: psychedelic rock
The Mahavishnu Orchestra with John McLaughlin - The Inner Mounting Flame [Sony 1971]
Questo è un discone. Fusion, Progressive, Jazz-Rock, un John McLaughlin in stato di grazia. Al di là dell'impressionante abilità dei musicisti, The Inner Mounting Flame è un album semplicemente imponente, in cui gli intrecci e gli scambi tra i vari strumenti creano un tessuto vitale pulsante, in continua evoluzione, tra spiazzanti cambi di tempo e d'atmosfera che ricordano molto da vicino certe impervie escursioni strumentali (e questo album lo è per intero) dei contemporanei Gentle Giant. Una costante attenzione per la progressione melodica rende il tutto semplicemente entusiasmante.
Voto 9,2/10
Genere: progressive, fusion, strumentale
Helios - Eingya [Type rec. 2006]
Helios, al secolo Keith Kenniff, è un artista americano dedito alla musica ambient-elettroacustica, alla quale predilige un approccio sempre molto "emozionale".
Non c'entra niente, ma trovo questa copertina incredibilmente poetica.
Non c'entra niente, ma trovo questa copertina incredibilmente poetica.
Voto: 6,7/10
Genere: indietronica
Deaf Center - Pale Ravine [Type rec. 2005]
La tipologia di proposta di questo duo norvegese non è, sulla carta, troppo lontana da quella del disco sopra. Tuttavia qua siamo su terreni molto più "classici", in questo senso più limitrofi a quelli calcati da Max Richter: una musica elettroacustica che fonde ambient, elettronica, musica classica e musica concreta. Le atmosfere qui sono ancora più malinconiche, più oniriche, come a descrivere un paesaggio che si trova tra la luce e le tenebre, tra il sonno e la veglia. Un paesaggio sconosciuto che un pò spaventa, ma che in fondo trasmette una grandissima ed incomprensibile nostalgia.
Voto: 7,0/10
Genere: dark ambient, elettronica
Red House Painters - Down Colorful Hill [4AD 1992]
Down Colorful Hill è, prima ancora che un capolavoro assoluto, un viaggio dentro noi stessi.
A livello esteriore quella dei Red House Painters è una musica semplice, scarna, dall'incedere lento, quasi stanco. Il cantato di Mark Kozelek è pacato, non ci sono improvvisi cambi di registro o grandi punte espressive. Eppure nell'insieme questa musica, e nello specifico questo disco, riesce a trasmettere un senso di tristezza quasi inspiegabile, a toccare delle corde che sono dentro ognuno di noi in modo del tutto magico. E prima ancora di avere letto i bellissimi testi delle canzoni, veniamo assorbiti da una calda ed irresistibile malinconia, a cui non ci si può che abbandonare.
L'ho detto prima e lo ripeto: capolavoro assoluto.
Voto: 9,4/10
Genere: rock, slowcore
Asobi Seksu - Citrus [Friendly Fire 2006]
"Asobi Seksu" è giapponese, e nella nostra lingua suonerebbe più o meno come "sesso spensierato". Musicalmente, il gruppo riesce nella fenomenale impresa di (ri)definire in modo concreto e credibile il genere shoegaze oggi, sfornando un disco incredibilmente valido, in cui il modello My Bloody Valentine è ovunque chiarissimo, eppure reinterpretato e riproposto in modo fresco ed attuale.
La leader del gruppo, Yuki Chikudate, canta alternativamente in inglese e giapponese.
Voto: 7,1/10
Genere: dream-pop, shoegaze
Directions in Music - s/t [Thrill Jockey 1996]
Voto: 7,0/10
Genere: post-rock, strumentale
Tommy Heavenly6 - Heavy Starry Heavenly [Sony Music Japan 2007]
Secondo album per la j-rockettara Tomoko Kawase, in arte Tommy Heavenly6. La formula è la stessa, chitarroni e atmosfere tra il gotico e l'ultrapop, e va da sé che io l'adoro.
Voto: 7,0/10
Genere: j-pop, j-rock
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