Compenso allungando un pochetto le recensioni.
Max Richter - Memoryhouse [Late Junction 2002]
Dopo l'innamoramento per "The Blue Notebooks", che fare se non andarsi a cercare il resto?
Memoryhouse è il primo album "solista" di Richter, con la BBC Orchestra. A me che mi aspettavo qualcosa di simile al successivo "The Blue Notebooks", si è presentato un lavoro molto più marcatamente "classico", in cui emergono le influenze dallo stesso Richter dichiarate: Mahler, Bach, Messaien, Beethoven. Anche l'uso dell'elettronica, come dei suoni "reali" è molto limitato, a favore di un incredibile lavoro di arrangiamento orchestrale.
Memoryhouse è un viaggio immaginario negli eventi del secolo scorso, in cui Richter dipinge scenari malinconici, fortemente espressivi, raggiungendo dei veri e propri culmini di pathos in pezzi come "November", "Last Days" o la quasi commovente "Maria, the poet (1913)".
L'opera presenta un tema ricorrente, che viene ripreso e presentato in numerose variazioni.
Max Richter riesce a dare alla musica classica un'impronta molto personale, emozionale ed immaginifica.
Grazie a LoriVarney per la segnalazione.
Voto: 7,5/10
Genere: post-classical, ambient
Ai Otsuka - Ai Am Best [Avex Trax 2007]
Ai Otsuka è una giovane cantante e pianista pop/rock di Osaka, Giappone.
Questo "Ai am best" raccoglie tutti i suoi maggiori successi, a partire dalla mega-hit "Sakuranbo", contenuta nel primo album "Love Punch": un ritornello ultra melodico, con ritmo in controtempo (tipo ska, per intenderci), un vero tormentone che in patria è rimasto in classifica per oltre 101 settimane (!).
La musica di Ai Otsuka presenta il lato più scanzonato e spensierato del japanese pop: i motivi entrano subito in testa, i pezzi sono molto ritmati (oltre che suonati da ottimi musicisti) e dalla stragrande maggioranza di essi traspare una grande allegria e gioia di vivere. A questi pezzi si alternano splendide ballate, tra cui spicca "Daisuki dayo", dal secondo album "Love Jam".
Molto particolare e riconoscibile il cantato di Ai, la cui voce è acuta, in alcuni casi quasi infantile; anche questo contribuisce ad accrescere l'atmosfera spensierata delle sue canzoni. Nei pezzi più lenti e "seri" invece dimostra di avere una gran voce, e di saperla usare in modo molto espressivo.
Amore, allegria e buoni sentimenti: ecco la musica di Ai Otsuka, per quanto mi riguarda una ricetta assolutamente terapeutica.
Video:
Sakuranbo - Happy Days - Planetarium
Voto: non quantificabile, la amo.
Genere: Jpop
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