martedì 26 febbraio 2008

Narutaru, fantascienza, brutalità e denuncia sociale

Narutaru è una serie tv in tredici episodi del 2003, tratta dall'omonimo manga di Mohiro Kitoh.
"Narutaru" è la contrazione di Mukuro naru hoshi tama taru ko, che sta a significare "il dono prezioso di una stella morente a una ragazzina" (preso da Wikipedia pari pari, che vi credete, ancora non sono a questi livelli). Il manga ha subito ovunque censure più o meno pesanti, e in alcuni paesi ne è stata addirittura interrotta la pubblicazione; questo a causa della pesantezza di certi argomenti trattati e di alcune scene molto crude e violente - in netto contrasto con un'immagine esteriore da "prodotto per bambini".
La stessa dinamica si ripropone nell'anime, sebbene con una rappresentazione della violenza decisamente meno "grafica" - ma comunque chiarissima; a partire dalla spensierata sigla nulla lascerebbe immaginare che l'evoluzione della serie si traduca in morte e sofferenza, nella spietata rappresentazione di quanto di peggio gli esseri umani siano in grado di infliggere al loro prossimo.


Narutaru ha come protagonista una ragazzina delle elementari, Shiina Tamai. Durante la consueta vacanza estiva dai nonni al mare, spintasi troppo al largo perde le forze e rischia di annegare. Viene salvata da uno strano e buffo essere a forma di stella, che da quel momento inizierà a seguirla ovunque come una specie di compagno. Shiina battezza la silenziosa creatura (che nella serie viene definita "drago") Hoshimaru, e ben presto scopre che essa è dotata di strani poteri, tra cui il volo e la possibilità di modificare la propria forma.
Non può ancora immaginare come l'incontro con questo strano e apparentemente innocuo essere le spalancherà un mondo di terrore, sofferenza e morte.
Già dai primi episodi, nonostante il clima sia sereno e disteso, si fa strada nello spettatore un vago senso di inquietudine e tensione. Gran parte del lavoro lo fanno le musiche, che anche su scene apparentemente normali presentano qualche dissonanza più o meno accentuata, dando l'impressione non del tutto cosciente che "qualcosa non vada".


Se per nove episodi la narrazione tratta "il mistero dei draghi" - anche qui con rivelazioni assai poco piacevoli -, da lì in poi l'attenzione si sposta sulla vita scolastica di Shiina e delle sue compagne, e qui calano le tenebre più nere. Vengono descritti atti di bullismo e violenza, di stupro, tendenze suicide. Il tutto, non dimentichiamoci, con protagonisti bambini delle elementari. Tutto questo assume un valore ben preciso alla luce delle statistiche, che riconoscono al Giappone il triste primato di paese con il più elevato tasso di suicidi. Suicidi che spesso hanno anche fenomeni come il bullismo scolastico fra i fattori scatenanti.

Con la sua conclusione Narutaru lascia molti misteri irrisolti, sull'origine dei draghi, sul perchè si scelgano un compagno, sullo scopo della loro esistenza. Ma lascia anche con parecchio su cui riflettere, e in conclusione se devo decidere se consigliarla o meno è proprio per questo motivo che dico di sì.

Narutaru è una serie quantomeno atipica, violenta, angosciante, piena di controversie; ma è anche una di quelle che lasciano il segno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Completamente d'accordo con te. Ho visto diversi episodi dell'anime e sto finendo di leggere il manga pubblicato dalla starcomics (ne ha già pubblicati 11 su 12 volumi).
E' una serie che merita di essere letta sul manga (insieme ad altre opere belle di questo autore: es. "Le ali di Vendemiaire" o "Piccole storie") e vista alla TV (o su internet).

Leggendo i capitoli del manga spesso mi ha fatto riflettere su diversi aspetti della vita e su alcuni gesti che spesso facciamo (es. il portare i fiori ai morti: per chi li portiamo? Per noi o per loro?).

Grande recensione! Complimenti!!