domenica 13 aprile 2008

Cinema in pillole, #2

Durante questa settimana ero in ferie, ho recuperato un po' di film che dovevo vedere da un pezzo, e così siamo al terzo post in pochi giorni. Non vi ci abituate.

















Spirit of Jeet Kune Do: Once Upon a Time in High School di Yu Ha, Corea 2004.
Genere: drammatico
Titolo originale: Maljukgeori janhoksa

Non so bene perchè mi sono procurato e guardato questo film, ma devo dire che non mi è dispiaciuto per niente.
1978, Corea del Sud. Hyun-soo, un ragazzo timido e introverso con la passione per Bruce Lee, si trasferisce in una nuova scuola, dove si scontra subito con un'organizzazione scolastica punitiva e di stampo militaresco, in cui alla violenza utilizzata dai professori per mantenere la disciplina si unisce il bullismo perpetrato dagli studenti senior alle matricole e ai più deboli.
Farà amicizia con lo spavaldo e manesco Woo-sik, fino a che la comparsa di una ragazza, Eun-ju, non creerà il classico triangolo amoroso che farà vacillare tutto.
Anche se questo può sembrare il tema principale del film, in realtà l'attenzione si sofferma decisamente più a fondo sulla denuncia di un sistema scolastico brutalmente meritocratico e disumanizzante, e sull'estrema violenza in esso presente a tutti i livelli, da quelli teppistici a quelli istituzionali. L'evoluzione del protagonista rappresenta un grido disperato, un rifiuto rivolto sia alle sue vicende personali che all'intero sistema.
Once Upon a Time in High School insomma è un film ben più complesso e profondo di quanto possa inizialmente apparire; sicuramente non un capolavoro nè un campione di originalità, ma personalmente trovo abbia degli indiscutibili punti di forza.
Ma soprattutto: la scena del combattimento sul tetto della scuola spacca il culo.


















Séance di Kiyoshi Kurosawa, Giappone 2000
Genere: thriller/horror
Titolo originale: Kourei

Una
séance è un incontro spirituale con lo scopo di ricevere messaggi dai morti. Una seduta spiritica, insomma.
Koji Sato lavora come tecnico del suono, ed è spesso impegnato in field recordings allo scopo di catturare rumori naturali come il fruscio del vento tra gli alberi o lo scroscio dell'acqua.
Sua moglie Junko è una casalinga dotata di poteri psichici, una cosiddetta medium in grado di mettersi in contatto con le anime dei defunti.
Il loro è un matrimonio fatto di grigia quotidianità, all'apparenza sereno ma ormai privo di slanci e linfa vitale.
Proprio per le sue doti Junko viene contattata dalla polizia che brancola nel buio nel caso del rapimento di una bambina. Una terribile, ironica coincidenza però rischia di far ricadere i sospetti proprio su Koji e Junko...
Purtroppo non posso raccontare oltre per non rovinare la trama, piuttosto articolata e originale.
Il merito di questo film sta nel coniugare la dimensione del giallo o thriller, sviluppata in maniera avvincente seppur dimessa, con l'horror degli spettri adirati e vendicativi, riuscendo peraltro in questo secondo frangente a riciclare in maniera non pedissequa certi clichè visivi di Ringu-iana derivazione.
Splendida inoltre la fotografia, che pur restando su tonalità grigie, sbiadite - in tono con l'ambiente familiare dove la storia ha il suo nucleo - ha dei momenti di grande suggestione.

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