sabato 21 luglio 2007

Noein, la chiave degli universi paralleli

“Noein - Mou Hitori no Kimi e” è una serie TV in 24 episodi del 2005/2006, ad opera dello Studio Satelight per la regia di Kazuki Akane e Kenji Yasuda. E’ edita in Italia da Dynit.


Un accenno alla storia.

Il primo episodio esordisce mostrandoci un paesaggio sconosciuto, in cui degli esseri umani che evidentemente hanno subito un qualche tipo di evoluzione combattono sfrecciando nei cieli contro un gigantesco macchinario semi antropomorfo. Di ritorno ad una dimensione più “familiare” incontriamo Haruka, una ragazzina di dodici anni alle prese con le vacanze estive che la separano dell’inizio delle scuole medie. Insieme ai suoi amici organizza una sorta di “prova di coraggio”, ovvero una visita notturna al cimitero. Qui Haruka incontrerà uno strano fantasma, un uomo avvolto da un mantello nero che sembra essere collegato ad un cavo blu che si perde tra le nuvole ….. Col proseguire degli episodi Haruka si troverà a dover scappare da questi strani esseri che sembrano darle la caccia, e scoprirà di possedere un grande potere, in grado di influenzare lo spazio e il tempo…











Sin dal primo episodio, che vi assicuro mette parecchia carne al fuoco, saltano all’occhio alcune peculiarità di questa serie. Innanzitutto il character design a volte piuttosto atipico, ma soprattutto uno stile di disegno che spesso sconfina nello sperimentale. In particolare nelle (strepitose) scene di azione e di combattimento il tratto si fa più grossolano, stilizzato, quasi rozzo; questo conferisce a suddette scene un taglio decisamente particolare e crudo, e a mio avviso estremamente efficace, rendendole spesso dei veri e propri turbini di colori, una gioia per gli occhi.

Altra cosa che colpisce da subito - e questo mi succede di rado – sono le musiche; i momenti di suspence o drammatici sono sottolineati da solenni arrangiamenti di archi, che fanno la parte del leone nell’incrementare la tensione della scena. In generale tutto il comparto del commento sonoro è spanne sopra la media.

Passo quindi al commento generale.

Noein è una serie che dimostra subito di voler puntare in alto; veniamo riempiti di indizi che pian piano vanno ad incastrarsi insieme svelando il quadro generale, una storia che coinvolge non solo altri mondi, ma anche altre dimensioni temporali fino a toccare l’intero universo. La cosa secondo me più intrigante è proprio questa, il fatto che la serie sia disseminata di riferimenti alla meccanica quantistica (di cui personalmente non so nulla, anzi quel poco che so ammetto che lo devo a questa serie), e quindi alle teorie sugli infiniti possibili spazio-tempo e gli universi paralleli. A quanto ho potuto rilevare facendo alcune ricerche in rete questi argomenti vengono sempre trattati in maniera realistica - certo con le dovute licenze, siamo sempre di fronte ad un prodotto di science fiction in fin dei conti -, e penso di non essere l’unico su cui queste teorie esercitino un grande fascino.
La storia si evolve dunque su questi presupposti intorno alla protagonista, Haruka, che da dodicenne qualsiasi si ritrova ad essere l’anello che collega tutte le dimensioni spazio-temporali; con diversi colpi di scena (e anche di genio – per chi l’ha vista o la guarderà mi riferisco alla scena del telefono) la serie si conclude in maniera assolutamente soddisfacente, senza voler strafare, mantenendo quell’equilibrio che la rende tanto piacevole ed appassionante da seguire.


Voto: 8,0/10

Trovi questa recensione anche su http://webzine.anigate.net/

venerdì 20 luglio 2007

Un cd al giorno ... (Ahleuchatistas - What You Will)

Settimana di arrivi discografici questa.
E' ormai un'usanza che, quando ho deciso che è passato abbastanza tempo, compia dei raid sul fidatissimo play.com e mi ordini 6-7-10 cd, per la gioia di mia madre che ogni due-tre giorni per le settimane seguenti (spediscono separatamente) vede arrivare sti pacchettini e mi guarda di traverso.
Bene, oggi mi è arrivato un cd che attendevo con particolare impazienza.

Loro sono gli Ahleuchatistas, e il disco, del 2006, è "What You Will".
L'ascoltatore medio e anche quello meno medio a sto punto diranno "ma che c***o ascolta questo"? E un pò hanno ragione eheheeh.
Ma che fanno dunque gli Ahleuchatistas, oltre ad avere un nome di difficile pronuncia?
Il genere è Math Rock, loro sono in tre, chitarra, basso e batteria, e propongono composizioni strumentali.
Ma mentre il Math Rock generalmente fa venire in mente composizioni molto ordinate, rigorose per quanto complicate (vedi Don Caballero o Battles), qua la storia è un pò diversa: lo studio e la perizia esecutiva ci sono eccome, i poliritmi pure, ma c'è una rabbia quasi convulsiva a guidare il tutto.
Una sorta di caos ordinato, di ordine caotico, come lo vogliate definire; basso e batteria impazzano in continue accelerazioni e rallentamenti, pause e ripartenze senza apparente nesso logico, mentre la chitarra tesse sul tutto trame frammentate e compulsive.
La melodia o la frase riconoscibile sono merce rara in una proposta come questa. E allora perchè uno dovrebbe ascoltarli?
Semplice, perchè spaccano il culo.

Tracklist:
  1. Remember Rumsfeld at Abu Ghraib
  2. Shell in Ogoniland
  3. Maybe Orange
  4. Unfolding
  5. Sherman's March (versione live liberamente scaricabile)
  6. Sometimes There's A Buggy
  7. If, Whenever
  8. Ho Chi Minh Is Gonna Win!
  9. Before The Law
  10. I Used To Be Just Like You, But Now I Am Just Like Me
  11. Now, Now is Then (versione live liberamente scaricabile)
  12. Last Spark From God
  13. What Are You Gonna Do?
  14. You Know My Family
Sito ufficiale.

Gantz, dalla visione alla lettura...

Come chi mi conosce ben dovrebbe sapere, già da qualche anno ho iniziato a cibarmi avidamente di animazione in tutte le sue forme. Se è per quello la passione l'avevo pure a 15 anni, ma vuoi per scarso impegno, vuoi perchè i miei interessi all'epoca erano probabilmente altri, non mi ero mai messo a cercare seriamente fino a tre annetti fa.
Da allora ho visto diciamo "un po'" di roba, e altrettanta ne ho accumulata.

Ma veniamo all'oggetto del post, che diamine.

Gantz, dicevamo.

La prima incarnazione di Gantz è stata per me una serie tv in 26 episodi (due stagioni da 13 episodi l’una) tratta da un manga piuttosto noto e ancora in corso di pubblicazione.
Kei Kurono è uno studente delle superiori, una persona scarsamente interessata al mondo che lo circonda e al prossimo, egoista e anche piuttosto depravato; in poche parole uno stronzo.
Un giorno mentre aspetta la metropolitana vede un barbone, visibilmente ubriaco, cadere sui binari. In quel momento riconosce un suo vecchio amico, Masaru Kato, il quale nonostante le sue proteste e fra l’indifferenza dei presenti lo convince ad aiutarlo a salvare il senzatetto da una morte certa.
Messo a fatica in salvo l’uomo, i due si rendono conto di essere in una situazione davvero terribile: sta per sopraggiungere la metropolitana. L’unica cosa che possono fare è correre, sperando di superare lo spazio d’arresto del treno, ma è troppo tardi: i due vengono travolti e uccisi.
Qui ha inizio tutta la storia di Gantz. Kato e Kei si ritrovano in una stanza, apparentemente a Tokyo, vivi e ancora affaticati per la corsa. Di fronte a loro ci sono altre persone, che da un breve scambio di battute risulteranno essere tutte morte da pochi minuti. In mezzo alla stanza campeggia un’enorme sfera nera, sulla quale ad un certo punto compare una scritta: “Le vostre vecchie vite sono finite. Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite. E questo è quanto.”

Nel giro di mezzo episodio ci troviamo quindi catapultati nel vero universo di Gantz, ovvero in quello che sembra essere un crudele e sanguinario “gioco a punti”, in cui i malcapitati redivivi dovranno affrontare degli strani e spietati “alieni”, che vivono celati fra la popolazione, con lo scopo di guadagnare abbastanza punti e riconquistare la libertà.
Con questo introduco la storia, ma vi assicuro che solo a livello introduttivo ci sono parecchi altri dettagli a dir poco disturbanti.
Gantz si distingue subito per una forte propensione all’azione, e per le frequenti scene splatter e di assurda violenza nei confronti tanto dei nemici quanto degli sventurati protagonisti (visto che ovviamente a fianco dei protagonisti veri e propri ce ne sono diversi “di contorno”, che va da sé sono i primi a farsi male).



un esempio di scena "weird": ecco come i neo-defunti vengono teletrasportati nella "black ball room".


Non mancano inoltre scene di nudo, sesso (non è un hentai comunque) o "estreme" in altri sensi, tanto che anche in Giappone la serie è stata pesantemente censurata - salvo poi essere ritrasmessa da un'altra rete in versione integrale.
A fianco di questi elementi c’è un'ottima caratterizzazione dei personaggi, le cui psicologie e dinamiche di rapporti vengono analizzate poco per volta e sempre più a fondo.
Buona l’animazione, che fa un largo uso della computer grafica soprattutto nelle scene d’azione, ben integrata comunque con i disegni.

In definitiva i punti di forza di questa serie sono l'indiscutibile originalità della storia, l’estrema crudeltà, sia visiva che psicologica e i numerosi interrogativi che la vicenda pone: cos’è “gantz”? Da dove viene? E questi alieni? Che senso ha questo “gioco”? Queste cose tengono davvero incollati allo schermo.
Insomma, in parole povere è uno spettacolo unico, un pugno nello stomaco, che va visto assolutamente, e che personalmente mi ha turbato il sonno.


La settimana scorsa invece ho pensato bene di reperire l'opera originale, ovvero la versione cartacea, il manga.

Leggendo i primi volumi mi sono reso conto che tra le due versioni non c'erano sostanziali differenze a livello di plot. Certo, il manga è forse un pò più dettagliato, analizza meglio i personaggi, ma sarà anche che la fruizione del manga è più lenta, più riflessiva.
Poi, dal volume (devo controllare poi edito), boom. Due mondi diversi. Io inizialmente pensavo che il manga proseguisse da dove la serie TV si interrompe - invero abbastanza brutalmente e senza fornire grandi spiegazioni - e invece prende proprio già da prima un'altra strada, arricchendosi all'inverosimile di personaggi, legami, situazioni e colpi di scena.
Dove l'anime invece preferisce prendere una strada più "action-oriented", mantenendo il livello di tensione sempre altissimo,
portando però ad una conclusione confusa e per nulla risolutiva/soddifacente.
Ovviamente sono già arrivato all'ultimo volume disponibile, il 18.
Che dire, da come sono le cose ora sembra che il fumetto sia destinato a proseguire ancora a lungo, vedremo se riuscirà a mantenere il livello alto come fino ad ora (anche se già gli ultimi numeri mi convincono un pò meno).
Il disegno è molto curato, gli sfondi sono creati in 3D al computer e poi ridisegnati, e anche le scene d'azione rendono molto bene. Il manga inoltre accentua particolarmente l'elemento "ammiccante", proponendo all'inizio di quasi tutti i capitoli le protagoniste nude o seminude con indosso parti della "tuta" e armi in pugno (sbav).

Collegamenti:

Gantz World

Sito ufficiale (US)

E con questo ci aggiorniamo.

bene bene

E' una vita che medito di aprirmi una paginetta, ma un po' perchè non c'ho mai voglia, un po' perchè ho sempre paura di non avere nulla di interessante da dire, non sono mai andato oltre la registrazione dell'account. Stavolta però ci provo, via.
Myspace ancora no, non riesco a digerire quell'estetica orribile - sembra fatto con Microsoft FrontPage -, quel disordine, quella mancanza di una logica nell'ammassare link, foto, video, posts a casaccio...
Qua spero per lo meno di riuscire a scrivere qualcosina di interessante ogni tanto.
Tanto scrivo lo stesso, quindi c***i vostri :D

C ya soon.