domenica 26 aprile 2009

Back from Far East: resoconto di due giorni di full immersion nel cinema asiatico

Una delle prime cose che mi sono chiesto appena arrivato ad Udine è stata: perchè ho aspettato fino all'undicesima edizione del Far East Film Festival per decidermi a partecipare? Semplice, in realtà la mia passione per il cinema asiatico è nata piuttosto di recente. Eppure mi sembra già una vita. Ecco perchè ho sempre l'impressione di essere rimasto indietro.
Purtroppo non ho avuto il tempo di godermi tutte le manifestazioni "collaterali" del Far East (mercatini, performances, concerti, djset): due giorni sono pochi, e ho preferito buttarmi a capofitto nei film. Voi non fatelo mai, vedere quattro film al giorno non è davvero una cosa da persone sane di mente, o che aiuti a restarlo.
Comunque sia, come da titolo, cercherò di riassumere con poche (...) parole le mie impressioni sui sette film che ho avuto modo di vedere; per le trame dettagliate rimando al ricchissimo sito del Festival.

















Sabato 25.04, ore 11.00
CAPE NO. 7
di Wei Te-Sheng
Taiwan 2008, commedia romantica

Credo di aver capito che in Taiwan questo sia una specie di Titanic o giù di lì - per popolarità ed incassi, non certo perchè si parli di crociere andate male. Comunque, veniamo al film. L'inizio è scoppiettante, il cast ci viene presentato con un bel ritmo, le gag e i personaggi si susseguono rapidamente e piacevolmente. Un primo, netto peggioramento si verifica quando la musica sembra diventare il nodo cruciale del film. Parlare in un film di una band malassortita che fa le prove senza che ciò risulti noioso è molto difficile, e Cape No. 7, nonostante dei personaggi tutto sommato simpatici, fallisce clamorosamente. Il peggio però arriva quando il film vira verso il romantico puro, con dialoghi sugli arcobaleni al limite del delirante e monologhi amorosi da suicidio di massa. Senza contare le scene di cui francamente non si capisce l'utilità (il dono delle collane).
Oh, ho detto che questo era il peggio? Ho sbagliato. Il peggio arriva in fondo, quando tutto questo bel casino si trasla sul palco dell'agognata (?) esibizione. Un pezzo passi. Due, con tanto di dichiarazione d'amore pubblica, vabbè. Ma tre NO. NO!
L'unica intuizione potenzialmente valida di questo film, ovvero il pretesto delle vecchie lettere d'amore rispedite al mittente, resta quello che è: un pretesto.
Insomma, potrei andare avanti ore, ma voi fate così: evitatelo come la peste.
1/5

















Sabato 25.04, ore 14.15
ALL ABOUT WOMEN
di Tsui Hark
Cina 2008, commedia

Frizzante e sgangherata commedia pop con tre protagoniste femminili: una dottoressa con la mania dell'igiene e affetta da una "sclerosi selettiva" che le impedisce il contatto con gli uomini, una donna d'affari senza scrupoli e la cui bellezza fa strage di cuori, una diciannovenne pugile e rockettara con un boyfriend immaginario, la famosa popstar X.
Che dire, il ritmo è incalzante, addirittura schizofrenico, le protagoniste fanno tutte faville e le trovate geniali abbondano: giusto per dirne una, la dottoressa mette a punto delle pastiglie adesive di feromone che applicate sul corpo fanno perdere la testa ad ogni uomo che le passi vicino, il che dà vita alle situazioni più assurde. Verso la parte conclusiva il ritmo cala parecchio, passando per scene per i miei gusti un po' troppo "festose" con tanto di concertone di gruppo (ancora!? Basta!).
Comunque sia, promosso.
3/5

















Sabato 25.04, ore 16.30
ONE MILLION YEN GIRL
di Tanada Yuki
Giappone 2008, drammatico-road movie

Suzuko (Yu Aoi) è una ragazza di 21 anni che, a seguito di una lite con uno scomodo e non voluto coinquilino, subisce una condanna penale. A seguito di questo incidente la sua vita diventa sempre più complicata, fra le angherie delle coetanee e le maldicenze del vicinato. Suzuko decide quindi di lasciare tutto, amici, conoscenti e famiglia e di andare dove nessuno la conosce. Per fare questo lavora fino a mettere da parte un milione di Yen, cifra che secondo i suoi calcoli le consente di trasferirsi, versare la caparra per affittare un appartamento, e trovare un nuovo lavoro. Ogni volta che raggiunge questa somma cambia città, in una continua fuga da tutto e da tutti. Finchè si accorge che forse non tutti la giudicano per il suo passato.
Ecco IL film che per me è valso il viaggio Brescia-Udine e ritorno. La giovanissima Yu Aoi oltre che di una bellezza extraterrestre si può fregiare di una straordinaria forza recitativa, in grado di emozionare e catturare anche con un semplice sguardo. Soprattutto in un film che si regge interamente su di lei. Qui siamo sul terreno che preferisco, quello dei sentimenti trattati con la classica riservatezza e delicatezza giapponese, scremandoli di tutto il superfluo e restituendoli allo spettatore in tutta la loro nuda potenza. Due film mi sono tornati alla mente vedendo questo One Million Yen Girl: Su-Ki-Da di Hiroshi Ishikawa per la parte sentimentale, e Eureka di Shinji Aoyama per quella del road movie in cui il viaggio è ricerca di sè stessi. E non sono paragoni da poco! Stupendo.
5/5

















Sabato 25.04, ore 20.00
THE HANDSOME SUIT
di Hanabusa Tsutomu
Giappone 2008, commedia romantica

In breve: Takuro, un cuoco simpatico e di buon cuore, ma purtroppo vittima di una bruttezza che lo rende inappetibile a qualsiasi donna viene scelto come soggetto per testare la "Handsome Suit", una speciale tuta che rende bellissima qualunque persona la indossi.
Takuro inizia così a sperimentare le gioie della bellezza, che sembra rendere la vita immensamente più facile. Ovviamente scoprirà presto che non è tutto rose e fiori.
The Handsome Suit è un film molto divertente, con ottimi attori, e pieno di gag gustose e mai scontate. Come spesso accade in pellicole del genere i problemi saltano fuori quando i toni provano a diventare seri, scivolando nella banalità più assoluta.
2,5/5

















Domenica 26.04, ore 09.00
LIFE IS COOL
di Choe Equan
Corea del Sud 2008, drammatico

Life is Cool racconta la storia di tre grandi amici che si rivedono dopo dieci anni; a complicare le cose sarà l'entrata in scena di una donna, Yeonu, di cui pian piano si innamoreranno tutti e tre.
Il film è girato con la tecnica del rotoscope, quella cioè in cui il film viene ripreso "dal vivo" e poi ogni singolo fotogramma viene ricolorato per dare un effetto "animazione" - come in A Scanner Darkly per intenderci.
Life is Cool mi ha convinto e commosso. Ognuno dei tre protagonisti ha un modo tutto suo di intendere i sentimenti e ognuno a suo modo prova a legare Yeonu a sè; ovviamente questo influenza drasticamente anche la loro amicizia. Ottimi dialoghi, narrazione fluida e con dei momenti davvero poetici. L'unico dubbio che ho è che la tecnica del rotoscope, che pur apprezzo, abbia spesso minimizzato le capacità dei bravissimi attori.
4/5

















Domenica 26.04, ore 11.00
THE RAINBOW TROOPS
di Riri Riza
Indonesia 2008, drammatico

The Rainbow Troops narra della scuola elementare islamica di Muhammadiyah a Belitung, e degli sforzi dei tre inseganti per mantenere in vita l'unica scuola rimasta in grado di dare un'educazione ai figli dei non abbienti. I dieci studenti, figli di pescatori e operai, scopriranno quanto importante sia ricevere un'educazione per farsi strada nella vita, e saranno i primi a difendere strenuamente la scuola, dimostrando di poter competere con gli alunni delle scuole più prestigiose.
Da oscar la caratterizzazione degli studenti, dal musicofilo che ricarica le pile della sua radiolina mettendole al sole e si pavoneggia di ascoltare il jazz, la "musica delle persone intelligenti", al romanticone che si innamora delle unghie pulite della ragazza che gli vende il gesso per la scuola, di cui vede solo la mano.
The Rainbow Troops in definitiva è un buon film che diverte e commuove, anche se esagera un po' col buonismo.
3,5/5

















Domenica 26.04, ore 14.15
IF YOU ARE THE ONE
di Feng Xiaogang
Cina 2008, drammatico-commedia-romantico

Qin Fen, uomo di mezza età solo e ricchissimo grazie alla vendita del brevetto di una sua discutibile invenzione, cerca una moglie tramite un'agenzia di appuntamenti. Conosce Xiao xiao e se ne innamora; anche se il cuore di lei è dolorosamente legato ad un altro uomo, tra i due si instaura un rapporto unico.
Descritto così sembra un film di una serietà terribile, ma è tutto il contrario, o quasi. I toni sono spesso seri, ma vengono sempre sdrammatizzati nei dialoghi. Dialoghi che sono fra i più intelligenti e meravigliosamente ironici che abbia mai sentito; assistere agli svariati appuntamenti al buio di Qi Fen mi ha fatto spesso rotolare dalle risate. Anche i dialoghi fra i due protagonisti oscillano sempre fra l'inquietudine dei sentimentì, le battute più caustiche e i ragionamenti più paradossali, restando sempre ad un livello eccellente.
Intendiamoci, la serietà pura ogni tanto esce, ma mai in maniera eccessivamente insistita. Ho trovato invece un po' troppo calcata la figura del protagonista, che è sì un genio dell'ironia, ma in certe (lunghe) scene rischia di diventare un macchietta.
3,5/5